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Autori delle canzoni napoletane

Vincenzo d'Annibale
(24 maggio 1894, Napoli – 14 aprile 1950, Napoli)

Vincenzo d'Annibale, pianista, compositore e direttore d'orchestra, nacque a Napoli il 24 maggio del 1894, nel quartiere della Sanità, da mamma Fortunata Maietta e papà Luigi che era un piccolo fabbricante di guanti, un'arte vanto di Napoli conosciuta in tutto il mondo.


Vincenzo d'Annibale all'età
di 18 anni

Vincenzo d'Annibale conseguì il diploma di Licenza Superiore e Magistero nel ramo pianoforte, a diciannove anni, presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, allievo favorito del grande e famoso Giovanni Barbieri, compositore ed insegnante di pianoforte del Conservatorio. Già nel 1912, allora diciottenne, editò la "Piedigrotta Vittoriosa" per ricordare la vittoria Sabauda in Libia, con otto composizioni: "Cose passate", "E m'hanno ditto!", "Tuppe-ttu…", "'Nzuonno" e altre che suscitarono grande interesse tra i critici; si leggeva sui giornali dell'epoca: "… dell'oscuro e valoroso maestro d'Annibale: solo d'Annibale, forte e bravo studioso poteva permettersi composizioni che sono forti oltre ogni dire".


Partecipò, con il 2° Reggimento Bersaglieri, alla guerra di trincea del 1915-1918, fregiandosi della Medaglia del Ministero della Guerra. Appena dopo la fine della guerra, accolse a Napoli il Generale Armando Diaz con le note della sua composizione "Pace Gloriosa", inno di Vittoria.


Compose e diresse nel 1926 la serenata "Napule, a 'o Principe Umberto" su versi di Giuseppe Dell'Aquila, organizzando a Piazza del Plebiscito un'orchestra di circa duecento orchestrali, in onore del Principe Umberto di Savoia; fu ricevuto a Corte ed ebbe in regalo una spilla ed un portasigarette. Antesignano dei grandi concerti che oggi si tengono all'aperto.

Fu nominato da S.M. Vittorio Emanuele III "Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia" nel 1921 e poi "Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia" nel 1937.


Dedicatosi alla canzone classica napoletana, gli affidarono i propri versi i più grandi poeti, tra i quali Salvatore Di Giacomo, Giovanni Capurro, Roberto Bracco, Ferdinando Russo, E. A. Mario; con Raffaele Chiurazzi e Libero Bovio, in particolare, fu intenso il sodalizio.


Fu vicedirettore della Casa Editrice Santa Lucia, fondata a Napoli da De Martino nel 1922; più tardi aderì alla "Bottega dei 4", fondata nel 1933 da Libero Bovio.


Della musica napoletana di Vincenzo d'Annibale scriveva Libero Bovio, tra i suoi più cari amici e suo compare: "… Strappi di chitarra, singhiozzi di amanti, fragore di mare in tempesta, sospiro di innamorati, voci di campagna, malinconia di chiari di luna, trionfo di sole: ecco la canzone di Vincenzo d'Annibale. È Napoli che palpita, ride, piange, freme nelle quarantotto battute di questo eterno fanciullo dagli occhi irrequieti…"


Tra le sue moltissime composizioni si ricordano: "Tu ca sì mamma", "'E denare d' 'o 'nfinferinfì!", "Chi sì tu?", "Suspirata", "Casarella a Marechiare", "Duorme tu sola", "Nun sò bella", "'A luna", "Maggio m'ha scritto", "Aria 'e Pusilleco", "Figlio, nun mannà dollare!", "Terra straniera", "Voce napulitana", e la bella e dolcissima "'A canzona 'e Surriento", sua ultima composizione. Ma il maggior successo glielo dette la canzone "'O paese d' 'o sole" che diventò famosa per tutto il mondo.


Vincenzo d'Annibale e Libero Bovio
con le famiglie

L'ultima poesia di Libero Bovio "Addio a Maria", scritta poche ore prima di morire, estremo, struggente saluto alla sua Napoli e alla sua compagna Maria Di Furia, fu per volontà di lei musicata dal Maestro d'Annibale.
Don Liberato dedicò al suo compare la poesia "Cunsiglio" nel 1929, "al mio caro compare Vincenzo d'Annibale che, purtroppo, è galantuomo" che terminava consigliando: ca p'essere stimato 'a tutte quante - nun sai che s'hadda essere? Fetente.


Musicò anche diversi inni patriottici tra quali sono "Avanti, Savoia!", marcia trionfale offerta a Vittorio Emanuele III, che ringraziò per i sentimenti patriottici, "Delenda" (Austria), "Fiume", inno agli arditi, reparto d'assalto di fanteria costituito nella prima guerra mondiale, "A Dante" e, più tardi, "Ritornerò", "All'erta, Italia!" e, infine, "Trieste sospirata" altra grande, amata сittà.


Vincenzo d'Annibale ebbe sei figli dalla prima moglie Concetta Longino, morta in giovane età: tre femmine e tre maschi, tra i quali Vincenzo junior, suo omonimo, che seguì le orme musicali paterne, e Giuseppe che morì nelle acque di Pozzuoli a soli 24 anni nel tentativo riuscito di salvare un amico che stava per annegare. Egli rappresentava una bella promessa per la Napoli artistica.


Dette nuovo vigore ed importanza all'azienda di guanti paterna esportando guanti a livello internazionale.

Vincenzo d'Annibale con la seconda moglie Giovanna a Venezia

Scriveva Bovio nella prefazione della raccolta "24 Canti Napoletani di Vincenzo d'Annibale" del 1934: "… Creò senza sosta canzoni, guanti e figli: tre cose alle quali impresse nobile marca di fabbrica".


Vincenzo d'Annibale si spense il 14 aprile del 1950 a causa di un male inguaribile e gli fu sempre accanto la seconda moglie Giovanna Murabito.


Il Maestro Vincenzo d'Annibale riposa nel Quadrato degli Uomini Illustri del Cimitero di Poggioreale di Napoli; nel 1986 Napoli gli ha intitolato una strada al quartiere degli artisti al Vomero. Nel 2017 il suo archivio, con il suo pianoforte, è stato accolto nella prestigiosa Biblioteca Nazionale di Napoli.


Suo figlio Vincenzo junior (1920 – 1987), seguendo le orme paterne, fu un musicista e rilanciò l'azienda manifatturiera dei guanti di famiglia dopo le avversità della seconda guerra mondiale.


Vincenzo d'Annibale jr.

Per il Festival di Napoli del 1965 musicò "'Nu saluto" su versi di Tito Manlio, poi "Allegretto ma non troppo" su versi di Vincenzo De Crescenzo che fu presentata nel Festival di Napoli del 1967. Con Enzo Buonagura compose "A la Gajola" e "Va, chitarra!". La canzone triste "Sulo c' 'o mare" su versi di Vincenzo Belfiore, classificatasi al secondo posto al Premio Capri, rievocava la morte del giovane fratello in mare.


Gli affidarono versi anche Ettore de Mura ed E. A. Mario a casa del quale assiduamente partecipava a serate di musica e poesia.


Anche lui, come il padre, perse un figlio in giovane età.


Sposò Albina De Concilio, diplomata al decimo anno di pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella, la quale raccontava che un giorno confidò al suocero Vincenzo senior che "'O sole mio", la canzone più bella e famosa di tutti i tempi, non tanto le piaceva (si parlava di musica ovviamente tra di loro) e lui rispose: "Non hai capito nulla, è un poema!"


archivio famiglia d'Annibale
Fonti: